Il bunker dei Savoia nel parco di Villa Ada a Roma, il deserto del Gobi (Mongolia), le coste di Goa (India), la foresta di Abidjan (Costa d’Avorio), le strade affollate del Cairo (Egitto) e quelle di Dakar (Senegal), i viottoli a bordo canale di Kochi (Kerala, India), la piazza Magione a Palermo… sono solo alcuni dei luoghi che ho attraversato ed esplorato insieme a tanti artisti, ragionando su come interagire con il territorio, l’ambiente, le persone, le culture e le sensibilità che li animano e li caratterizzano.
Negli ultimi anni, portare l’arte fuori dal white cube, ovvero fuori dallo spazio bianco e impersonale della galleria, ma anche fuori dai luoghi comunemente deputati all’arte, per immergerla nella realtà quotidiana, nel paesaggio naturale, nella vita, in contesti fortemente caratterizzati dalla presenza umana o da quella della natura, è stato parte integrante della mia pratica curatoriale. Il mondo è un terreno inesauribile di ricerca e di sperimentazione. |
Questo processo di ricerca mi ha portato ad interagire con territori e culture diverse sperimentando con mano i meccanismi di resistenza locale nei confronti dell’omologazione globale. Esplorare tutte le possibilità di un’arte come meccanismo relazionale a 360 gradi, per rispondere alla virtualizzazione dell’interazione sociale e più in generale dell’esistenza umana nelle società iper-moderne, è stato allo stesso tempo un metodo di lavoro e una missione.
Fermamente convinta che l'epoca di un'arte interessata solo a guardare se stessa e a ragionare sui propri mezzi espressivi, chiusa in un circuito auto-celebrativo e auto-investigativo, sia ormai da considerarsi archiviata insieme a buona parte delle sperimentazioni novecentesche, la mia ricerca curatoriale si focalizza spesso sul ri-contestualizzare pratiche, opere e processi artistici all'interno del sistema mondo. |
Art & “Connectography” Remapping the Global World through art practice
Manifesta Collateral Event - A cura di Rikke Jorgensen & Valentina Gioia Levy Piazza Magione, Palermo (16 e 17 giugno 2018)
Manifesta Collateral Event - A cura di Rikke Jorgensen & Valentina Gioia Levy Piazza Magione, Palermo (16 e 17 giugno 2018)
Il progetto, promosso da Arts & Globalization Platform, un’organizzazione con base a Copenaghen creata dalla curatrice danese Rikke Jorgensen nel 2015, si propone di approfondire temi legati al rapporto tra pratiche artistiche, attività curatoriale, globalizzazione e iper-connettività planetaria. Il programma, che la Jorgensen ha ideato e co-curato con Valentina Gioia Levy, include conversazioni con artisti e curatori internazionali, performance, workshops, video-proiezioni e installazioni all’aperto nella cornice della piazza Magione. Il progetto Art & Connectography vuole esplorare alcune problematiche inerenti all’ultima fase della globalizzazione e dell’iper-connettività planetaria, che qualcuno ha già definito post-globale, in relazione all’estetica, alla pratica artistica e curatoriale.
Dobbiamo ripensare la relazione tra popoli e territori ed eventualmente ‘ri-mappare’ il mondo alla luce di quelle che sono le geografie umane e culturali? Come si rapportano gli artisti con concetti quali la migrazione, la mobilità, lo sconfinamento, la geografia politica e quella umana, l’identità e il senso di appartenenza a un gruppo, a un’etnia, a un popolo o a un territorio? In che misura le tensioni e le inquietudini dell’era globale si riflettono sul loro lavoro? Che tipo di strategie espressive, estetiche, rappresentative e narrative sta producendo l’attuale fase della globalizzazione? Come sta evolvendo la pratica curatoriale ed espositiva alla luce di questi cambiamenti globali e come stanno rispondendo le istituzioni e gli altri professionisti del mondo dell’arte a questi nuovi stimoli? Queste sono alcune delle questioni intorno a cui ruoteranno le conversazioni, con un particolare riferimento al Mediterraneo, luogo di incontro e mescolanza di culture fin dall’antichità. www.scribd.com/document/380378611/ART-CONNECTOGRAPHY-REMAPPING-THE-GLOBAL-WORLD-THROUGH-ART |
Artisti invitati: Jelili Atiku (NG); Lisa Batacchi (IT); Kenneth Balfelt (DK) + Kwame Aidoo (GH); Nasr-eddine Bennacer (DZ/FR); Stefano Cagol (IT); Chim Pom (JP); Manohar Chiluveru (IN); Tiffany Chung (VN/USA); Nanna Debois Buhl (DK); Romina De Novellis (IT); Gery De Smet (BE); Jeannette Ehlers (DK); Beya Gille Gacha (CM/FR); Hesselholdt & Mejlvang (DK); Richard Flaming + Jake Nussbaum (US); Moataz Nasr (EG); H.H.Lim (MY); Omraam Tatcheda (CM)
Curatori invitati: Awam Ampka (NG/US); Nadine Bilong (CM/FR); Blanca De La Torre (ES); Paul Goodwin (UK); Hou Hanru (CN/FR); Alnoor Mitha (UG/UK); Pier Paolo Scelsi (IT); Sumeshwar Sharma (IN) |
LAM360 Land Art Mongolia Biennial (Deserto del Gobi & Ulan Bator, Mongolia 2016)
co-curatrice della IV edizione della biennale dal titolo "Catching the Axis between the Sky and the Earth"
co-curatrice della IV edizione della biennale dal titolo "Catching the Axis between the Sky and the Earth"
Dak'Art - Biennale de l'Art Africain Contemporain, XII edizione (Senegal, 2016)
curatrice invitata con la mostra "Les temoins de l'invisible" presso museo IFAN (Dakar, Senegal)
curatrice invitata con la mostra "Les temoins de l'invisible" presso museo IFAN (Dakar, Senegal)
Something Else Off Biennale Cairo (Egitto, 2015)
curatrice invitata con la mostra "Liquid Lead Generation", presso Darb1718 Art Centre (Cairo, Egitto)
curatrice invitata con la mostra "Liquid Lead Generation", presso Darb1718 Art Centre (Cairo, Egitto)
Kochi Muziris Biennial & MOG Museum of Goa (India, 2014)
curatrice della collettiva "Janela, Migrating Forms & Migrating Gods", promossa da MOG, Museum of Goa
curatrice della collettiva "Janela, Migrating Forms & Migrating Gods", promossa da MOG, Museum of Goa
Incontri d'Arte Contemporanea a Villa Ada (Roma 2014 - 2016)
curatrice responsabile del programma arte
curatrice responsabile del programma arte
Dal 2014 al 2016 cura un programma d'arte contemporanea all'interno del Festival di Villa Ada Roma Incontra il Mondo, evento storico dell'estate romana. Il primo anno il programma ospitava la rassegna video Orienti - Visioni Contemporanee in collaborazione con il Museo Nazionale d'Arte Orientale, all'interno della quale Naima Morella curava un focus sull'Indonesia e Elena Abbiatici uno sul Medio-Oriente. Nell'ambito della rassegna erano stati presentati i lavori di diversi artisti tra cui: Yoko Ono, Kazuko Miyamoto, Moataz Nsar, Hiwa K, Krisna Murti, Punkasila www.arshake.com/orienti-visioni-contemporanee/ http://www.artribune.com/tribnews/2014/07/musica-food-e-tanta-arte-anzi-videoarte-a-roma-il-festival-di-villa-ada-punta-lattenzione-su-quella-orientale-dopo-giappone-e-indonesia-ora-spazio-alla-scena-iraniana/ Nel 2015 il programma dal titolo Nuovi Animali Sociali ospitava una serie di installazioni ambientali, performance, workshop per bambini e talks sul rapporto tra uomo, animale, territorio e società. Il programma era suddiviso in tre giornate di approfondimento su temi specifici in cui erano stati invitati artisti e curatori prevalentemente basati a Roma. Al primo appuntamento aveva preso parte: Micol di Veroli, Critico d’arte e Curatrice indipendente - in conversazione con gli artisti: Anita Calà, Luana Perilli e Filippo Riniolo. Secondo appuntamento con Elena Giulia Rossi Curatrice specializzata in new-media studies e Direttrice Editoriale di Arshake Reinventing Techinology e Giorgio de Finis, Antropologo e Direttore del MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove - in conversazione con le artiste: Lisa Batacchi, Elena Bellantoni e Mariana Ferratto. Terzo appuntamento con il curatore Mike Watson, in una 'non-conversazione' con gli artisti: Girolamo Marri, Simone Bertugno e Stefano Canto. http://www.artribune.com/mostre-evento-arte/nuovi-animali-sociali/ Nel 2016 il programma dal titolo Qui & Altrove, affrontava il tema del rapporto tra utopia ed eterotopia, tra orizzonti reali ed interiori, tra spazi vissuti e sognati, tra i luoghi di approdo e quelli abbandonati. Anche in quest'edizione, il programma era strutturato in due appuntamenti: il primo si focalizzava sul luogo in relazione al viaggio, alla migrazione, al confine espanso e oltrepassato; il secondo invece si concentrava sull'idea di spazio abitato, di città, di casa, ma anche sui concetti di nomadismo e di itineranza. Gli artisti invitati in questa edizione erano: Zaelia Bishop, Emanuele Napolitano, Anna Mapoubi, Federica di Carlo, Romina De Novellis, Jebila Wolfe-Okongwu, Arnaud Cohen, Esther Aldez. L'edizione di quest'anno includeva anche la collaborazione con il Bunker di Villa Ada, che ha ospitato la prima personale di Arnaud Cohen in Italia. |
Tout doit Disparaitre
Arnaud Cohen Bunker Savoia, Villa Ada 14/07/2016 Il titolo della mostra “Tout Doit Disparaitre” è anche il titolo di una delle opere presentate, costituita da un’insegna al neon che reca la medesima dicitura, traducibile letteralmente come: ‘tutto deve sparire’. In realtà, in italiano, questa frase equivale piuttosto al ‘fuori tutto’. Si tratta infatti di un’espressione utilizzata da negozi e altri esercizi commerciali durante il periodo dei saldi per indicare una svendita, fino ad esaurimento scorte. Il titolo della mostra gioca sull’ambivalenza di questa frase che si associa anche all’idea di sparizione e di transitorietà dell’esistenza in contrapposizione all’eternità della storia. Sono stati selezionati dall’artista e dalla curatrice Valentina Gioia Levy diversi lavori che si relazionano, anche se non in maniera diretta, con le vicende del luogo e con la sua particolare natura. (...) |
Ger
Romina De Novellis Parco della Caffarella e Parco di Villa Ada 24/07/2016 Il termine GER indica la struttura abitativa tipica delle popolazioni nomadi delle steppe mongoliche. Partendo da questo elemento l'artista ha avviato una riflessione sulla famiglia, sull’identità, l'itineranza e l’utopia, dando vita a una performance e un doppio video che attraverso l’incontro metaforico e a-temporale tra Oriente e Occidente, tra due grandi e potenti Imperi della storia antica, quello Romano e quello Mongolo, apre una riflessione sul tempo presente: la migrazione come ponte tra il passato e il futuro.
Per realizzare GER, la De Novellis ha contattato la comunità mongola a Roma e ha incontrato la cantate lirica Ayana Sambu e il suo collega Tuvshinjargal Enkhbat. L’artista ha poi coinvolto i due cantanti in una lunga e lenta passeggiata quasi una processione surreale nel Parco della Caffarella tra le rovine dell’impero romano immerse nel verde. Il progetto è diventato quindi un'occasione per riflettere sul gap tra realtà ideale e realtà oggettiva, tra passato e presente, tra mobilità e sedentarietà. |
|
|
|
Azione - Interazione
"The Time of Discretion"
Lisa Batacchi Remembering the Future, Art & Globalization Pavilion Palazzo Rossini, Venezia 2017 |
"Tissu Incipit"
Anna Mapoubi Remembering the Future, Art & Globalization Pavilion Palazzo Rossini, Venezia 2017 |
"Possible Effects + Odyssey"
Manohar Chiluveru 2015 - Kochi Muziris Biennial (Kerala, India) 2017 - MACRO Museo Arte Contemporanea di Roma 2017 - MAAM, Museo dell'Altro & dell'Altrove |
"I Pilastri della Terra"
Virginia Zanetti Mog, Museum of Goa March-April 2016 “Il lavoro esplora il concetto di Risurrezione attraverso il movimento di verticalità che supera la forza di gravità – sfidando la morte intesa anche in senso metaforico – si ribalta la postura naturale con un atto di volontà”. Con queste parole l’artista e performer toscana Virginia Zanetti introduce il concept de I pilastri della terra, un ampio progetto performativo al quale lavora da tempo: e che ora è riuscita a sviluppare durante una residenza in India, grazie al sostegno dell’iniziativa di Movin’Up II, promossa dal Ministero per i Beni Culturali e dal GAI – Giovani Artisti Italiani. Nel subcontinente l’artista ha collaborato con il Gram Art Project in alcune aree rurali di Goa e vicino a Nagpur (nei villaggi Melghat e Paradsingha) per sviluppare il progetto insieme alla popolazione locale. Parte del lavoro realizzato ha dato vita ad una lecture e mostra personale – curata da Valentina Gioia Levy – negli spazi del Museo Mog di Goa.
|
"We Can't Wait"
Marco Raparelli + Massimiliano Piluzzi Quirinetta Caffè Concerto 13/01/2016 Raparelli e Piluzzi realizzano una serie di lavori a quattro mani dedicati alla scrittura. La collaborazione è basata su interventi site-specific centrati sulla comunicazione urbana metropolitana e dislocati all’interno dello spazio in modo da creare un percorso che i visitatori possono seguire con l’ausilio di una mappa. Animati di nuova vita, gli ambienti del Quirinetta si rivestono di immagini, messaggi, frammenti testuali, tracce narrative che riscrivono il rapporto tra il pubblico e gli spazi dello storico teatro. Gli interventi creano dialoghi con oggetti ed elementi architettonici generando una sorta di luogo nel luogo, dove la narrazione visiva si sovrappone al vero senza sostituirlo ma contribuendo a creare un cortocircuito tra finzione e realtà, un ideale terreno d’incontro tra fisica e metafisica. |